Mercury Rev
- Scritto da Enrico Tallarini
Nati a metà degli anni Ottanta a Buffalo, i Mercury Rev incarnano una delle massime espressioni della nuova psichedelia, riuscendo a fondere alla perfezione il rock e il pop con le allucinazioni acide e barocche in uno sguardo alto, in un viaggio cosmico ai limiti del fiabesco. Dopo tre album caotici e stranianti, la band guidata dall’ex Flaming Lips Jonathan Donahue arriva a concepire il suo capolavoro nel 1999 con “Deserter’s Songs”, che marchia a fuoco la scena indipendente mondiale e segna per la band americana l’inizio di una nuova vita artistica.
Una evoluzione-mutazione verso il pop, quello più sconfinato e orchestrale, maturo, che gioca coi fili della forma canzone così come con i limiti dell’immaginazione. Quando la musica si fonde con il cielo e le orchestrazioni dei pianeti. Una delle poche band in grado di sfidare la forza di gravità. Sentiteli in concerto e poi ditemi. Sotto di voi avrete le stelle. E Mercurio a portata di dita.
- Yerself is Steam (1991) / 8
- Boces (1993) / 7,5
- Deserter’s Songs (1999) / 8,5
- All is Dream (2001) / 8
- The Secret Migration (2005) / 7
- Snowflake Midnight / Strange Attractor (2008) / 7,5